Come superare il sindrome del burn-out
Burnout è un problema che è stato a lungo sottovalutato ma negli ultimi mesi si è intensificato a tal punto che finalmente si è cominciato a guardarlo da vicino.
Apatia, uscire di casa malvolentieri, risposte laconiche ai suoi superiori, defezione di doveri che ancora un tempo fa non creavano alcun problema, e questa sensazione che il lavoro con ogni ora diventa sempre più faticoso. Sono i segni fondamentali che ci dovrebbero allarmare.
Atteggiamento depressivo verso le attività professionali si è raddoppiato in tempi di crisi finanziaria quando gli stipendi sono stati ridotti, la precarietà del lavoro aumentava, è cresciuta la responsabilità del lavoratore, e i datori di lavoro avevano sempre più esigenze, con i suoi dipendenti, molto spesso preminenti, ma sempre meno premiati. Questo stato non è ancora cambiato perché, anche se si sentono sempre di meno gli echi della crisi economica, non vuol dire che abbiamo smesso di avere paura per il nostro lavoro, nè tantomeno ci dà più soddisfazione.
Recenti statistiche hanno dimostrato che il problema di “sentirsi bruciati” può comprendere fino al 60% dei lavoratori! I gruppi a più alto rischio sono le persone che lavorano nelle squadre grandi, aventi contatti regolari con altre persone: insegnanti, psicologi, registratori di casse fiscali nei grandi supermercati e nei centri commerciali, dipendenti delle agenzie publicitarie, medici, infermiere e consulenti finanziari o professionali di vari tipi.
Il gruppo di rischio non significa che altre professioni non sono esposti alla depressione occupazionale. È al contrario, meno sappiamo delle relazioni che dominano la società ed è più alta la riproducibilità delle attività, maggiore è la “chance” che i lavoratori di una compagnia di lavoro ne avranno semplicemente abbastanza. Come aiutare sè stessi? A volte tutto ciò che serve è una lunga vacanza, un cambiamento dell’approccio alla vita, più fiducia in sè stessi, più energia ma talvolta l'unico modo è purtroppo cambiare lavoro. Scappare da esso è inutile. Più si temporeggia, più si corre il rischio di perdere.